Roma 14 Maggio 2004 On. Lucio Stanca, Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, e, p.c. On. Rocco BUTTIGLIONE, Ministro per le Politiche Comunitarie, On. Antonio MARZANO, Ministro per le Attività Politiche, On. Letizia MORATTI, Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Caro Lucio, desidero esprimerTi il mio pieno appoggio alla posizione da Te espressa in merito alla proposta di Direttiva in materia di brevettabilità del software. Come sai, nell'esercizio della delega sull'autorità informatica conferitami per il Ministero dell'Economia, tale argomento è di preminente rilievo in relazione alle in relazione alle conseguenze di natura economica che il regime di brevettazione proposto potrebbe comportare per la Pubblica Amministrazione. In occasione del voto del Parlamento Europeo, avvenuto il 24 Settembre 2003 scorso, contattai personalmente l'On. Muscardini, capo gruppo di Alleanza Nazionale al Parlamento Europeo, e con lei concordammo una comune linea di azione per emendare significativamente il testo originale elaborato dalla Commissione, in quanto trasversalmente riconosciuto come inadeguato per la vaghezza con cui esprimeva le condizioni di applicabilità del brevetto. Vorrei inoltre unire, alle perplessità da Te molto opportunamente espresse, alcune ulteriori considerazioni. La Federal Trade Commission statunitense ha espresso preoccupazione sulle implicazioni dell'attuale modello di brevettabilità del software in vigore negli Stati Uniti, estremamente simile a quello proposto dalla Presidenza Irlandese. I produttori di software che detengono brevetti possono innalzare le barriere di accesso, o addirittura impedire a terzi di entrare nel mercato, con inevitabili conseguenze sulla lievitazione dei costi per la Pubblica Amministrazione. Alcuni importanti organismi di standardizzazione di formati dati e protocolli di trasmissione consentono ai loro membri di contribuire ai lavori dei gruppi cui partecipano anche con risorse coperte da brevetto, ma le "Intellectual Property Policies" associate permettono ai donatori di richiedere royalty con formule RAND (Reasonable And Not Discriminatory) o comunque di licenziare gratuitamente i loro contributi ma con la possibilità di introdurre clausole che ne impediscano la libera modificabilità. Se il brevetto software fosse legalizzato questo discriminerebbe l'offerta basata su soluzioni Open Source, in quanto incompatibili con il sistema di royalty, limitando de iure il pluralismo informatico. Per questi motivi, mi unisco, condividendone pienamente le motivazioni, alla Tua richiesta di rappresentare al Consiglio Competitività la posizione critica del Governo Italiano, a tutela dell'economicità delle soluzioni ICT di cui il nostro Paese si è dotato e sempre più si doterà nel prossimo futuro. Un caro saluto, Mario Baldassarri