Punto Informatico pubblica e discute una lettera di Microsoft al senatore Fiorello Cortiana (primo firmatario della proposta di legge sull’adozione del software libero nella pubblica amministrazione).

Il tentativo, maldestramente nascosto dietro tanta fuffa, è ovviamente quello di far rientrare dalla finestra (…) quello che il disegno di legge vorrebbe chiudere fuori dalla porta. E così, pochi giorni dopo che Gates ha detto che l’open source sottrae posti di lavoro, che la disponibilità del codice sorgente facilita il terrorismo e che i programmatori di software libero mangiano i bambini, il “Responsabile Rapporti Istituzionali” di Microsoft Italia elenca tutte le presunte aperture dall’azienda alle ragioni della comunità, dalla quale afferma di aver imparato molto, ed enfatizza la volontà di Microsoft di incoraggiare modelli aperti di collaborazione tra le comunità degli sviluppatori.

Vediamo dunque in cosa consistono in pratica queste aperture:

  1. L’imbroglio dello shared source: facciamo vedere i pezzettini di codice sorgente che ci fa comodo far vedere, solo a quelli che vogliamo noi, e anche questi devono guardare e non toccare, e sopratutto “acqua in bocca” (Non Disclosure Agreement);
  2. Un programma ed una libreria pubblicati sotto una licenza libera (Common Public License), un segnale interessante ma poco significativo;
  3. I formati di dati (lui li chiama schemi documentali…) di Office 2003 in XML resi pubblici e documentati… sì, ma brevettati, così chi vuole scrivere programmi interoperanti con i loro deve avere il loro permesso e farlo alle loro condizioni;
  4. Interfacce applicative di programmazione (API) e protocolli di comunicazione resi pubblici e documentati… e pure questi brevettati (vedi sopra).

Nulla di nuovo, insomma, ma il rischio concreto è che chi deve decidere ci caschi. Accortisi che la denigrazione non funziona, hanno cambiato strategia e proseguono sulla strada delle false aperture e della menzogna più sottile e per questo più pericolosa.

Bisogna tenere gli occhi aperti, sempre.

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